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Il miglior risultato dell’Italia contro l’Inghilterra a Roma resta il 15-19 del 2012, 12-6 per gli Azzurri all’intervallo (mete di Venditti e Benvenuti e due punizioni di Farrell). Poi Jacques Brunel, al suo primo Sei Nazioni sulla panchina dell’Italia, al 47’ decise di sostituire Kris Burton, che aveva appena realizzato il drop del 15-6, con Toby Botes. Il sudafricano, al suo secondo cap, mancò due calci di punizione in sequenza, scivolando sulla neve caduta in abbondanza sull’Olimpico, e il sogno di battere gli inglesi svanì come la coltre bianca con il rialzo della temperatura. L’Inghilterra vinse la partita grazie alla meta di Hodgson (trasformata da Farrell) e a due calci di punizione del numero 12 inglese. Quella del 2012, insieme a quella dell’anno successivo a Twickenham (18-11 per i padroni di casa), è una delle sole due occasioni in tutta la storia dei confronti fra Italia e Inghilterra in cui gli Azzurri hanno chiuso la partita con più mete dell’avversaria.
A Roma, il punteggio medio delle 11 partite finora disputate tra le due squadre è 38-12 per i bianchi.
E sempre a Roma, il successo inglese con il margine più ampio è il 59-12 (+47) del 2000.

Ecco cosa a detto Ben Youngs dell’Italia nell’intervista che Allrugby ha pubblicato nel numero 165:
“La trasferta a Roma è un momento che amo, è un viaggio che anche la mia famiglia intraprende sempre volentieri. Me la ricordo bene la partita del mio centesimo cap (ottobre 2020), segnai anche due mete”.
Insomma si viene a Roma in gita di piacere…
“No, perché quella volta, nel 2020, alla fine del primo tempo stavamo solo 10-5 per noi (finale 34-5, ndr) e l’anno scorso a Twickenham, al 50’ eravamo 20-11 (finale 41-18). Penso che la differenza contro l’Italia la faccia spesso la panchina, l’ultima mezzora, quando noi possiamo sfruttare la profondità della rosa e mettere giocatori freschi che mantengono alta l’intensità del gioco. La gente guarda il punteggio e pensa che le partite contro di voi siano facili, ma i risultati spesso nascondono la durezza di quei match”. 

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Nella foto, Ben Youngs all’introduzione in mischia chiusa all’Olimpico, nel 2012. Edoardo Gori controlla.

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