Italia v Fiji è la classica partita che mette di fronte fantasia contro organizzazione, anarchia contro rigore. Rigore e organizzazione, sulla carta, dovrebbero essere gli strumenti dell’Italia, anarchia e fantasia sono i tratti caratteristici delle Fiji.
Da quando O’Shea guida l’Italia (quattordici partite) gli Azzurri non hanno mai realizzato più di 27 punti e solo una volta hanno messo a segno più di due mete, nell’ultimo test della tournee di giugno contro l’Australia (3 mete, contro le 6 dei Wallabies).
In difesa, tolte le due batoste “fuori scala” (10 mete al passivo contro la Nuova Zelanda e 9 contro l’Irlanda, entrambe all’Olimpico), gli Azzurri, nelle restanti dodici partite, hanno subìto una media di 3 mete e 27 punti a incontro.
Tutti questi dati sono ben rappresentati dal match di Suva, l’ultimo giocato contro i figiani: una meta per l’Italia, tre per i nostri avversari, i quali però hanno concesso ben 15 calci di punizione, contro i soli 5 fischiati contro l’Italia.
Ciò ha permesso ai nostri di rimanere in partita nonostante la sola meta di Mbandà: decisivi, benché ancora non sufficienti per vincere, i dodici punti dalla piazzola di Tommaso Allan.
In quel match, i figiani hanno bucato 10 volte la nostra difesa, noi solo due volte la loro.
Diciamo che se, tanto mi dà tanto, una ventina abbondante di punti al passivo gli Azzurri li devono metter in conto. La sfida quindi si giocherà sulla capacità dell’Italia di giocare in attacco, conservare il possesso e raccogliere punti, soprattutto con i calci di punizione. A Suva le Fiji hanno vinto solo 3 mischie su 4 e 9 touche su 13. È sulle fasi statiche che dobbiamo costruire il nostro gioco.
Per arrivare ai 25/27 punti necessari probabilmente per vincere la partita l’Italia deve segnare almeno un paio di mete e piazzare tra i pali non meno di cinque calci di punizione. Per contro nella nostra metà campo la disciplina dovrà essere impeccabile e la difesa arrembante capace di tappare i buchi che inevitabilmente da qualche parte si apriranno.
La terza linea dovrà fare argine alle loro percussioni devastanti e, in mezzo al campo, Tommy Castello sarà chiamato a fare gli straordinari.
Le Fiji in ogni caso possono arrivare a segnarci almeno tre mete, come a giugno: da qui i 20/23 punti calcolati a loro favore. Noi dobbiamo segnarne qualcuno di più, approfittando della loro non impeccabile difesa (contro di noi hanno sbagliato il 24% di placcaggi, tanti). La nostra mediana è più ordinata e razionale. Sarà una sfida molto difficile giocata su piccoli particolari. Il pronostico è molto difficile, ci sbilanciamo: 26-22 per l’Italia. O almeno lo speriamo.
Nella foto, di Getty Images, un attacco figiano nell’ultimo match fra Fiji e Italia a Suva.