Sonny Bill Williams centro degli All Blacks, due volte campione del mondo, non indosserà la maglia con il logo dello sponsor. Rientrato in squadra con gli Auckland Blues lo scorso week end dopo la rottura del tendine di Achille subita alle Olimpiadi di Rio, il giocatore ha fatto parlare di sé non per la prestazione sul campo, ma per aver coperto il logo dello sponsor Bank of New Zealand sul colletto della maglia. La religione islamica, cui Sonny Bill appartiene, vieta il prestito di denaro in cambio di un interesse.
La prossima partita, Williams indosserà una maglia speciale, da cui il logo Bank of New Zealand verrà rimosso.
La questione crea un clamoroso precedente a livello internazionale. Cosa succederà, d’ora in poi, ogniqualvolta, il membro di una squadra deciderà di non voler sostenere la campagna di uno sponsor il cui nome figura sulla maglia del club? Può ciascuno ritagliarsi uno spazio personale, che so, Higuain decidere di non voler promuovere le Jeep o Donnarumma scegliere di non voler volare Emirates?
La decisione dell’All Black ha scatenato vivaci proteste in Nuova Zelanda, tra i tifosi dei Blues, molti dei quali hanno invitato il giocatore a restituire, per coerenza, una parte dello stipendio, visto che ad esso contribuisce la sponsorizzazione di Bank of New Zealand.
Anche il Primo ministro della Nuova Zelanda Bill English si è detto contrariato dalla decisione del trequarti centro dei Blues: “Se fai parte di una squadra ne indossi la maglia”, ha commentato.
Williams peraltro non ha coperto il marchio di un’altra banca, Investec, che figura sulla manica delle divise di tutti i club, in quanto sponsor del torneo