Al match di riscaldamento con il Galles, Chris Robshaw era assente: si sposava suo fratello e non voleva mancare al matrimonio. Nel frattempo, sulla via dell’Australia e laggiù arrivato, Eddie Jones ha cominciato a meditare sul funerale di chi, sino a meno di nove mesi fa, era il capitano dell’Inghilterra capitombolata del povero Stuart Lancaster, dall’aspetto spettrale. E così, per il sempre più vicino primo test con i Wallabies (sabato al Suncorp di Brisbane), il condottiero che l’età sta trasformando sempre più in un saggio e ironico yogin, sta meditando di affiancare in seconda linea Joe Launchbury, uomo del match con il Galles, a George Kruis e di offrire la maglia numero 6 a Maro Itoje. Il meraviglioso talento, che sta collezionando Oscar, è formidabile nell’area del breakdown, può essere l’arma perfetta per contrastare i digger (scavatori) Hooper e Pocock e in rimessa laterale agirà da terza torre. Raro Maro: la sua capacità di bruciare le tappe ha qualcosa di sorprendente, forse di divino.
Rinviato, per problemi muscolari, l’esordio di Ben Te’o, il samoano cresciuto in Nuova Zelanda, diventato stella della rugby league in Australia, emigrato in Irlanda, prossimo a passare allo Worcester e inglese per parte di madre. “Quando toccherà a lui, non farà la fine di Burgess”, dicono gli assistenti di Jones, il giardiniere che ha trapiantato la Rosa, tornata di un carminio profondo.
G. Cim.