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Se i guadagni non sono mai stati così alti, i rischi non sono mai stati così grandi: ricorda una di quelle frasi ben tornite di Winston Churchill ed è la realtà rappresentata dall’EPRSP, England Professional Rugby Survelliance Project, 40 pagine di rapporto commissionato dalla Rfu, dalla Premiership e dall’Associazione dei giocatori. Gli incidenti sono tanti, sempre di più, ma quelli da collisione sono in aumento e superano la media registrata tra il 2002 e il 2014, quando il gioco aveva ormai imboccato da tempo l’era pro.
Gli ultimi episodi riguardano Justin Tipuric, che ha chiuso la sua stagione (il mal di testa gli impedisce anche di guardare la televisione) e Dylan Hartley, che dopo esser stato potato fuori imbragato come una balena spiaggiata ha confessato di non ricordare di esser salito sul palco per sventolare il trofeo e festeggiare il Grande Slam.
Capocciate tremende e pericolose (concussion), ma non solo: gli incidenti ai legamenti del ginocchio sono sempre più frequenti e invalidanti e di pari passo si alzano anche i periodi di assenza. Un elenco di caduti a cui si rimedia allargando sempre più l’elenco dei tesserati. Un rugby di truppe fresche e di logoramento, come cento anni fa sul Fronte Occidentale.
cimbricus

nella foto di Shaun Botteril/Getty Images, Dylan Hartley festeggia la vittoria nel Sei Nazioni 2016

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