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Nel 2013 all’Olimpico, l’Italia batté l’Irlanda 22-15, primo successo degli Azzurri sui verdi nel Sei Nazioni. Nelle successive cinque partite, gli irlandesi si sono ferocemente vendicati di quella sconfitta: nessuna squadra negli ultimi cinque anni ha segnato all’Italia più punti dell’Irlanda: 249 (contro i nostri 54), 35 mete a 7.

Nella partita dello scorso novembre a Chicago, sia pure con formazioni rimaneggiate, la media del periodo è stata perfettamente confermata: 54-7, 8 mete a 1.

E pensare che nel 1997, l’Italia sconfisse due volte l’Irlanda in un anno: 37-29 a gennaio a Lansdowne Road e 37-22 a Bologna, prima di Natale.

Conor O’Shea dice che dopo quelle due delusioni gli irlandesi avviarono un processo di ricostruzione il cui compimento è arrivato al traguardo quest’anno con la vittoria sulla Nuova Zelanda e la conquista del ruolo di favoriti (o co-favoriti…) per la prossima Coppa del Mondo.

Parliamo però di un movimento rugbistico (Repubblica d’Irlanda più Ulster) che, rinnovamento o no, già nel 1999 aveva portato l’Ulster al successo in Heineken Cup e vent’anni prima aveva visto il Munster battere gli All Blacks.

Si trattava dunque di un corpo addormentato le cui qualità andavano semplicemente risvegliate.

Un confronto quindi onestamente impossibile con l’Italia attuale. Detto questo, la crescita dell’Irlanda negli ultimi vent’anni è stata notevole: nel 2001, del gruppo originario dei British & Irish Lions in tour in Australia, facevano parte sei irlandesi (cui si aggiunsero Tyrone Howe e David Wallace come rimpiazzi in corso d’opera). Nel 2013, pure in Australia, i giocatori dell’Irlanda erano diventati 9 (più tre nel seguito del tour) e, nel 2017, Gatland chiamò 11 giocatori di Eire e Ulster per sfidare gli All Blacks.

L’anno scorso a Dublino gli Azzurri subirono un parziale di 42-0 prima di un tenue risveglio innescato dalle mete di Allan, Gori e Minozzi nella ripresa. A novembre, al Soldier Field, invece, le proporzioni si sono invertite senza modificare il risultato finale: il 40-0 si è concretizzato nel secondo tempo, dopo che il primo si era concluso 14-7 per in nostri avversari. E a Roma, nel 2017, i 42 punti (a zero) furono realizzati da verdi a partire dal 35’ del primo tempo, dopo che l’Italia aveva conquistato addirittura una meta tecnica (10-21).

La sostanza dice che al momento quella con gli irlandesi è per gli Azzurri una sfida impossibile, la squadra di Joe Schmidt soffoca gli avversari fase dopo fase togliendo loro campo e aria per respirare. Bisognerebbe rallentare il gioco e limitare il loro possesso in mischia e in touche. Vasto programma. (glb)

 

Nel Sei Nazioni: 19 partite, Italia 1 vittoria, Irlanda 18 vittorie.

 

 

Così le ultime tre sfide

 

11 febbraio 2017 Roma, Olimpico Sei Nazioni Italia v Irlanda 10-63
10 febbraio 2018 Dublino, Aviva Stadium Sei Nazioni Irlanda v Italia 53-19
3 novembre 2018 Chicago, Soldier Field   Italia v Irlanda 54-7

 

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